Guerra interna ai Cinque Stelle: "Abiura o espulsione"

TERAMO – Continua la “guerra intestina” al Movimento 5 Stelle. Ieri mattina la conferenza stampa “infuocata” con la spaccatura tra il gruppo di contestatori che ha sfiduciato la portavoce Paola Cardelli e il capogruppo Fabio Berardini. vicino invece alla “collega” in Consiglio comunale. Oggi la nota del Movimento teramano con cui si escludono i firmatari della mozione di sfiducia “da ogni attività del Movimento fino a quando non smentiranno pubblicamente quanto sottoscritto e non faranno le loro scuse al consigliere Cardelli”. Vietato ai contestatori anche l’uso del logo (stesso invito è rivolto all’amministratore del sito www.teramo5stelle.com). All’origine della spaccatura, guidata da Claudio Della Figliola, alcune decisioni scelte "troppo autonomamente" dalla Cardelli che in più di un’occasione avrbbe infranto la regola della condivisione interna ai Cinque Stella. In primis la dichiarazione di voto – alla vigilia del ballottaggio dell’8 giugno – fatta dalla portavoce in favore della candidata sindaco del centrosinistra Di Pasquale, quando la linea del Movimento era quella di astenersi da ogni indicazione di voto per lasciare autonomia agli elettori. La frangia ‘ufficiale’ dei grillini, quella cioè che fa capo al candidato sindaco e attuale capogruppo Fabio Berardini, ribadisce come la mozione di sfiducia sia “priva di ogni legittima efficacia” e che, dunque, “gli unici abilitati a parlare per conto del Movimento 5 Stelle ed ad utilizzarne il logo ufficiale sono esclusivamente i consiglieri eletti in consiglio comunale”. Berardini e la Cardelli rassicurano infine i loro elettori sul loro impegno in Consiglio comunale, che proseguirà “con coscienza e trasparenza, in piena coerenza con le linee programmatiche per la cui realizzazione hanno ricevuto mandato”. Nettamente diversa la posizione assunta da Claudio Della Figliola, punto di riferimento del nucleo di attivisti che ha chiesto la sfiducia che tuttavia chiamato a rispondere sull’eventualità di “epurazioni” in arrivo anche Teramo, ha smorzato l’impatto dello strappo interno. “Il movimento è uno solo e resta unito. Abbiamo chiesto allo staff di Grillo di revocare Paola Cardelli in qualità di portavoce degli attivisti all’interno del Consiglio, non di espellerla dal movimento. Riteniamo che la Cardelli non rappresenti la base e non possa parlare per il movimento, ma siamo in democrazia. Fino a che non arriverà la ratifica di Grillo rimarrà la portavoce del Movimento in Consiglio, ma l’assemblea ha indicato uno suo, ovvero Benedetto Zippilli. Sono i due consiglieri che non sono democratici visto che ci hanno espulso dal meetup. Noi non cacciamo nessuno, è la Cardelli che è venuta meno ai valori del movimento chiamandosi fuori»